Panoramica storica e caratteristiche principali
Legislazione iniziale sulle emissioni da fonti puntuali
A complemento di questa legislazione sulle emissioni da fonti puntuali, l'UE ha iniziato a fissare, tra il 1980 e il 1985, valori di concentrazione - che ha chiamato ancora una volta "valori limite", così generando confusione terminologica - per l'anidride solforosa, le polveri, gli ossidi di piombo e di azoto. Nel 1996 ha rivisto la sua legislazione e ha deciso che avrebbe fissato, a livello comunitario, livelli di concentrazione vincolanti per tredici inquinanti. Successivamente, tra il 1999 e il 2002, otto di questi inquinanti sono stati regolamentati da tre atti legislativi, che hanno ampiamente aggiornato e rafforzato la legislazione precedente; i nuovi inquinanti aggiunti sono il particolato (PM10 e PM2,5). Per quanto riguarda gli altri cinque inquinanti - arsenico di cadmio, nickel, mercurio e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) -, l'UE si è lasciata convincere che la fissazione di valori di concentrazione non fosse necessaria, in quanto la maggior parte delle emissioni deriva da impianti industriali e sarebbe già coperta dall'obbligo di ricorrere alla "migliore tecnica disponibile che non comporta costi eccessivi". L'UE ha quindi abbandonato l'idea di valori di concentrazione vincolanti e ha dichiarato che i valori obiettivo (non vincolanti) per questi inquinanti dovrebbero essere raggiunti "ove possibile".
Le concentrazioni di anidride solforosa e piombo nell'aria sono diminuite progressivamente, a causa di misure come l'introduzione di benzina senza piombo, la desolforazione dei gas di scarico delle centrali elettriche, o la riduzione dello zolfo nel carbone e in altri combustibili. Progressivamente, quindi, l'attenzione si è concentrata sull'inquinamento atmosferico da polveri sottili e biossidi di azoto.