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Accesso alla giustizia nel panorama del diritto internazionale
Accordi regionali e documenti di portata europea

 

Accordi regionali e documenti di portata europea

Oltre a richiedere alle parti di garantire l'accesso del pubblico alle informazioni e la partecipazione del pubblico ai processi decisionali, la Convenzione di Aarhus obbliga le parti a garantire l'accesso alla giustizia in materia ambientale. La Convenzione distingue tre categorie di atti, decisioni e omissioni, rispetto alle quali le parti della Convenzione devono garantire l'accesso a una procedura di riesame. Complessivamente, tali categorie includono tutti i tipi di atti e omissioni relativi al diritto ambientale.

In primo luogo, l'accesso a una procedura di riesame dinanzi a un tribunale o a un organo giurisdizionale deve essere garantito per le situazioni in cui un membro del pubblico ritenga che la sua richiesta di informazioni ambientali sia stata ignorata o trattata in modo illecito. In secondo luogo, l'accesso a una procedura di ricorso deve essere garantito ai membri del pubblico interessato per contestare la legittimità sostanziale e procedurale di qualsiasi decisione, atto od omissione relativa a permessi e procedure di autorizzazione per attività specifiche. La Convenzione di Aarhus fornisce i criteri per determinare la portata del "pubblico interessato" in tale contesto. In terzo luogo, ciascuna parte della Convenzione garantisce ai membri del pubblico l'accesso alle procedure amministrative o giudiziarie per contestare qualsiasi altro atto od omissione, da parte di privati e autorità pubbliche, che contravvenga alle disposizioni del diritto nazionale in materia di ambiente. In diversi modi, la Convenzione limita la discrezionalità delle parti nel definire la portata delle persone titolari del diritto ad accedere alle procedure di ricorso. Inoltre, per tutte queste situazioni, le parti devono garantire che le procedure forniscano "rimedi adeguati ed efficaci, compresi i provvedimenti ingiuntivi, se del caso, e che siano giusti, equi, tempestivi e non eccessivamente costosi". Il Comitato di compliance della Convenzione di Aarhus (ACCC) ha esaminato il rispetto delle disposizioni sull'accesso alla giustizia, ad esempio, per Kazakistan, Turkmenistan, Armenia, Belgio, Danimarca e Lituania, Regno Unito e Italia.

Oltre alla Convenzione di Aarhus, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) fornisce un solido sostegno al diritto di accesso alla giustizia in materia ambientale. La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha preso in considerazione principalmente il diritto di accesso alla giustizia in materia ambientale, in relazione al diritto a un processo equo di cui all'articolo 6 della CEDU. La Corte EDU ha preso in considerazione, ad esempio, se una pretesa generale all’effetiva garanzia di un ambiente salubre possano costituire di per sé il fondamento dell’esistenza di un diritto ad agire in giudizio ai sensi della legislazione nazionale applicabile in materia di autorizzazioni a svolgere attività potenzialmente pericolose per l’ambiente (si veda il caso Zander contro Svezia). La Corte ha anche considerato l'accesso alla giustizia in materia ambientale alla luce del diritto al rispetto della vita privata e familiare ai sensi dell’art. 8 CEDU. Nella causa Taskin e al. contro Turchia e Giacomelli contro Italia, essa ha ritenuto che il diritto al rispetto della vita privata e della vita familiare comprenda anche il diritto degli individui interessati di ricorrere ai tribunali contro decisioni, atti od omissioni in materia ambientale, qualora ritengano che ai loro interessi o commenti non sia stato dato sufficiente peso nel processo decisionale. Nella causa Taskin e al. contro Turchia, la Corte ha anche stabilito che il mancato rispetto delle decisioni del tribunale in tempo utile equivale a una violazione del diritto a un processo equo.

ed by the Academy of European Law (ERA)